I traveled from Khartum to Wadi Halfa, the last city before Egypt, by bus and I took some pictures along the way.
I had a strange, hard experience and I decided to try to write down some words, in Italian, English still not be my best language.
Enjoy my delirium!
Strano io o strano tu?
Da qui comincerà quella che promette di essere una delle tratte più entusiasmanti del mio percorso in Africa, nonché l’ultima.
Mi trovo a Wadi Halfa, ultima città sudanese prima del confine con l’Egitto.
Ciò che sto per raccontare ha un qualcosa di incredibile, almeno per me, i fatti accaduti in questo luogo si sono svolti seguendo un percorso apparentemente già scritto, avvolti da una sorta di energia mistica ed enigmatica.
Sono arrivato in autobus da Khartoum, dopo circa 14 ore di viaggio in cui, causa difficoltà di comunicazione, ho potuto trovare solamente una misera brioches e una bottiglietta di bevanda gassata, il giorno precedente, per motivi analoghi, i miei pasti sono consistiti in pane e uova; avevo bisogno di mettere sotto i denti qualcosa di sostanzioso.
Il personaggio che mi ha accolto ed assistito in questo posto rappresenta l’emblema di ciò che si può definire una dispettosa divina provvidenza.
Mohammed è comparso dal nulla, appena sono sceso dal veicolo, e, pronunciando interrogativamente la parola ” hotel “, mi ha preso sotto braccio, come se già conoscesse la risposta.
Mi sono lasciato guidare e lungo il percorso ho iniziato a domandargli informazioni circa la tratta fluviale verso Assuan .
Mi ha risposto in un’inglese molto incerto, quasi solo con ” yes ” e ” no “, mi sono quindi subito reso conto che probabilmente capiva ben poco delle mie domande e che anche stavolta avrei dovuto faticare per comunicare con qualcuno.
Siamo presto arrivati presso la struttura di guesthouse, il prezzo molto contenuto e una serie di inebrianti profumi naturali, forse provenienti da piante o spezie, mi hanno convinto a scegliere il posto senza esitazioni.
Sistemato il mio bagaglio nella modestissima ma pulita camera, avvertendo sempre più impulsi di fame e sete, avendo già intuito una certa disponibilità nel mio nuovo amico, gli ho domandato dove avrei potuto trovare cibo e acqua.
La sua pronta risposta è stata ” No! ” e subito la mia calma ha iniziato a corrodersi; innumerevoli situazioni simili si sono succedute molto frequentemente negli ultimi mesi e mi trovavo ormai in una condizione di esasperazione latente, passare dal nervosismo ad un sorriso liberatore era questione di attimi, una risposta sbagliata o una manifestazione di comprensione costituivano un inesorabile ago della bilancia.
Con gesti ed espressioni sono finalmente riuscito a farmi capire e ci siamo messi in cammino.
Entriamo in un negozietto e Mohammed mi mette in mano ciò che, con disappunto, riconosco subito essere la stessa misera brioches del mattino!
Scuoto la testa.
Torna indietro con una barretta di cioccolato… inizia a tremarmi una palpebra; esco sdegnato conscio che la frontiera con la sfuriata è quantomai vicina.
Mi ha seguito ed afferrato per un braccio, a grandi respiri ho provato a domandargli dove lui solitamente trovasse cibo; la sua risposta è stata ” Qui no cibo! “.
Sicuro che questo villaggio non fosse popolato da spettri mi incammino verso un aroma di carne grigliata, sperando di trovare anche il resto.
Mi segue e mi conduce all’interno del locale; la speranza riprende colore.
Domando ancora del cibo.
La risposta è ” caffè? “
Non ce la posso fare!
Muovo qualche passo verso l’uscita , quando la parola ” chicken ” mi arresta e, abbandonando i miei principi vegetariani, rispondo affermativamente.
Incredibile ma vero: dopo alcuni minuti mi si presenta un vassoio con pollo, riso, pane e cipolle; divoro tutto!
Mohamed mi propone un bicchierone, accompagnandolo con la parola ” juice “.
Una sublime spremuta fresca di mango manda in estasi le mie papille gustative, trangugio tutto in pochi sorsi, trasportato da sete e goduria : ” un altro, per favore! “
Il mio cinico compagno si è trasformato, in una manciata di secondi, nel mio eroe preferito, in un campione di empatia, che senza conoscermi ha indovinato il mio frutto preferito!
A pancia piena, più che soddisfatto, esco con lui dal locale, seguito da una scia di sensi di colpa per l’atteggiamento rude e ingrato rivoltogli poc’anzi.
Vengo riaccompagnato verso l’albergo, avverto che il pasto appena consumato avrebbe richiesto molti liquidi durante la notte, quindi domando a Mohamed di aiutarmi a procurarmi acqua.
Mi risponde:
” Coke? Sprite? “
” No, just water… ” rispondo.
La situazione regredisce di nuovo e mi risponde che qui non hanno acqua!
In questi ultimi mesi ho realizzato che, qui in Africa, un non vedente che viaggia da solo è una situazione piuttosto insolita, il fatto che sia bianco la rende quasi unica; se a ciò ci aggiungiamo apparenti, improvvisi colpi di testa, la reazione scaturita nel soggetto vicino è egualmente potente ed improvvisa, agisce come una scarica elettrica che risveglia dal pacifico torpore in cui molti africani sembrano costantemente immersi.
Mi rendo conto che tale condizione possa fare parte di uno stile di vita e che aspettarmi che le cose cambino e si adattino alle mie esigenze sarebbe pretesa insensata e ingiusta; io comunque stanotte avrò bisogno di acqua, non voglio soffrire la sete, in questo sono risoluto.
Pretendo che, per una volta, le ore siano ore, i minuti minuti e acqua sia acqua!
E, come per magia, quando ho mollato il braccio del mio amico per l’ennesima volta, prendendo di gran passo la direzione opposta, senza che aggiungessi una parola sono stato di nuovo raggiunto, preso sotto braccio e portato direttamente in un negozietto, in cui, ancora senza proferir parola, mi sono visto consegnare due bottigliette d’acqua.
Ero talmente esausto che non ho neanche provato a trovare una spiegazione a questa improvvisa e risolutiva presa di coscienza di Mohamed, mi sono lasciato accompagnare alla camera e ci siamo dati appuntamento alle 7 dell’indomani, per sbrigare tutte le pratiche relative all’acquisto del ticket.
ciao ale,
+ ne leggo le tue riflessioni + mi inamoro del tuo viaggio. quanta pazienza . dunque se ti consola a volte vedo la stessa dinamica anche con i miei. io … vorrei acqua , loro ecco prendi la coca colla , io no grazie acqua basta … loro ma la cocca è così fresca … evia avanti finche io non mi sgancio dal loro braccio e prendo la direzione oposta . insomma un fenomeno strano .
forse anche un pò + difficile da vivere in africa …